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Zes agevolazioni
   


Mancano pochi giorni al prossimo 1° gennaio 2024, data in cui vedremo nascere la zona economica speciale per il mezzogiorno, c.d. ZES unica. Il decreto-legge n. 124/2023 che ha istituito la nuova Zona Economica Speciale per il Mezzogiorno d’Italia, denominata “ZES unica”, comprenderà i territori delle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia, Sardegna, sostituendo le attuali otto Zone economiche speciali istituite nei territori del Mezzogiorno.

PRECEDENTI ZONE ECONOMICHE SPECIALI PRESENTI NELLA PROVINCIA DI SALERNO.

Tra le otto macroaree Zes esistenti in Italia c’era ovviamente anche quella campana che comprendeva al proprio interno anche le 7 aree speciali salernitane, ovvero:

·         1 Porto:

1 Aeroporto

  • Aereoporto di Salerno-Costa d’Amalfi

·         5 Aree di sviluppo industriale gestite dai Consorzi ASI

  • Battipaglia (SA)
  • Area PIP Fosso Imperatore – Nocera Inferiore (SA)
  • Area PIP Ingegno – Sarno (SA)
  • Area PIP Nautico di Salerno
  • Area Codola Castel San Giorgio (SA)

QUALI SARANNO LE NUOVE AGEVOLAZIONI?

Dal prossimo gennaio quasi tutte le aziende già operative e quelle che s’insedieranno nella provincia di Salerno, potranno beneficiare di diverse tipologie di vantaggi (speciali condizioni) in deroga alle leggi vigenti nell’ambito delle ordinarie politiche nazionali.

L’insieme di tutte queste agevolazioni andrà a comporre quella che potremmo definire una sorta di “Architettura Agevolativa”, che potremmo così riassumere: 

  • Portale web della ZES unica, che si occuperà di:

Fornire tutte le informazioni sui benefici riconosciuti alle imprese nella ZES unica e garantirà l’accessibilità allo sportello unico digitale ZES

  • Sportello unico digitale ZES – S.U.D. ZES che avrà competenza in relazione a:
  1. ai procedimenti amministrativi inerenti alle attività economiche e produttive di beni e servizi
  2. ai procedimenti amministrativi riguardanti l’intervento edilizio
  3. ai procedimenti amministrativi riguardanti la realizzazione, l’ampliamento la ristrutturazione di strutture dedicate ad eventi sportivi o eventi culturali di pubblico spettacolo.

Lo sportello S.U.D. ZES, è scritto ancora nel decreto, opererà secondo i migliori standard tecnologici e sarà completamente informatizzato, in una prima fase transitoria sarà operativo solo per le Zes già esistenti, mentre per le altre zone, le domande di autorizzazione unica verranno presentate ancora ai SUAP territorialmente competenti.

I progetti inerenti alle attività economiche ovvero all’insediamento di attività industriali, produttive e logistiche all’interno della ZES unica, non soggetti a segnalazione certificata di inizio attività, sono soggetti ad autorizzazione unica.

L’autorizzazione unica sostituirà tutti i titoli abilitativi e autorizzatori, inoltre, i progetti inerenti alle attività economiche ovvero all’insediamento di attività industriali, produttive e logistiche all’interno della ZES unica, da parte di soggetti pubblici o privati, saranno considerati di pubblica utilità, quindi indifferibili ed urgenti!

Non sappiamo ancora cosa la regione introdurrà per il futuro; relativamente alle ZES precedenti però c’erano numeri incentivi alcuni anche di carattere generale, vediamoli in sintesi:

Riduzione degli Oneri IRAP, cofinanziamento Contratti di Sviluppo per il sostegno di programmi di investimento produttivi strategici ed innovativi di grandi dimensioni, contratti di Programma per l’attuazione di interventi complessi di sviluppo territoriale e settoriale, riduzione dei consumi energetici attraverso misure cofinanziate, interventi per il rilancio delle aree di crisi industriali, interventi per l’assunzione di lavoratori svantaggiati.

  • Credito d’imposta ZES unica

Per tutto l’anno 2024 e fino al 31 dicembre 2026, alle imprese che all’interno della ZES unica, effettuano l’acquisizione dei beni strumentali facenti parte di un progetto di investimento iniziale, sarà concesso un contributo, sotto forma di credito d’imposta, nella misura massima consentita dalla Carta degli aiuti a finalità regionale 2022-2027 che nel caso dell’Irpinia sarà:

  • 60% per piccole imprese
  • 50% per le medie imprese
  • 40% per le grandi imprese

Non si può non notare che il nuovo Credito d’imposta essendo attribuito nei limiti della misura massima consentita dalla Carta degli aiuti a finalità regionale targata 2022-2027, avrà soglie più elevate rispetto alla Carta degli aiuti a finalità regionale targata 2014-2020 alla quale occorre ancora riferirsi per il Credito d’imposta SUD e ZES vigenti.

 

Se volessimo fare un esempio, per le aziende della provincia di Salerno di piccole dimensioni il credito d’imposta a fronte di investimenti passerà dal 45% previsto all’interno delle precedenti aree ZES al 60% previsto invece per la ZES unica.

 

QUALI SPESE SARANNO AGEVOLABILI?

  • La spesa per macchinari, impianti e attrezzature varie, acquistati anche mediante contratti di locazione finanziaria, da destinare a strutture produttive già esistenti o che vengono impiantate nel territorio.
  • La spesa per l’acquisto di terreni e all’acquisizione, alla realizzazione, ovvero all’ampliamento di immobili strumentali agli investimenti.

QUALI SARANNO I LIMITI E GLI IMPEGNI?

Abbiamo però vari limiti, ovvero:

  • 000 euro, quale importo minimo del progetto di investimento su base annua
  • 100 milioni di euro quale limite massimo per ciascun progetto di investimento.
  • Il valore dei terreni e degli immobili non potrà superare il 50% del valore complessivo dell’investimento agevolato
  • Vige obbligo di mantenere l’attività nella Zes per almeno sette anni dal completamento dell’investimento.

Non possiamo non notare con rammarico che scompare un incentivo importante rispetto alla precedente normativa, ovvero la riduzione al 50% dell’imposta sul reddito (IRES) per le nuove attività che appunto si insediavano nelle precedenti Zone Economiche Speciali.

IL REQUISITO DELLA NOVITÀ RELATIVO AGLI INVESTIMENTI VARRA’ ANCHE PER GLI IMMOBILI?

È importante arrivati a questo punto, fare anche delle considerazioni sul Requisito della ”novità” per i beni immobili in quanto la nuova norma recita così:

 “Per le finalità di cui al comma 1, sono agevolabili gli investimenti, facenti parte di un progetto di investimento iniziale come definito all’articolo 2, punti 49, 50 e 51, del regolamento (UE) n. 651/2014 della Commissione, del 17 giugno 2014,  relativi all’acquisto, anche mediante contratti di locazione finanziaria, di nuovi macchinari, impianti e attrezzature varie destinati a strutture produttive già esistenti o che vengono impiantate nel territorio, nonché all’acquisto di terreni e all’acquisizione, alla realizzazione ovvero all’ampliamento di immobili strumentali agli investimenti

Leggendo la norma sembrerebbe che il principio di novità sia relativo solo ai macchinari non anche all’acquisto degli immobili.

Restiamo della stessa idea anche a leggendo le parti salienti dell’articolo 2 commi 49,50,51 del richiamato regolamento (UE) dove ci viene chiarito cosa si debba intendere per investimento iniziale a favore di una nuova attività economica:

  1. un investimento in attivi materiali e immateriali relativo alla creazione di un nuovo stabilimento, all’ampliamento della capacità di uno stabilimento esistente, alla diversificazione della produzione di uno stabilimento per ottenere prodotti mai fabbricati precedentemente o a un cambiamento fonda mentale del processo produttivo complessivo di uno stabili mento esistente
  2. un investimento in attivi materiali e immateriali relativo alla creazione di un nuovo stabilimento o alla diversificazione delle attività di uno stabilimento, a condizione che le nuove attività non siano uguali o simili a quelle svolte precedente mente nello stabilimento;
  3. l’acquisizione di attivi appartenenti a uno stabilimento che sia stato chiuso o che sarebbe stato chiuso senza tale acquisizione e sia acquistato da un investitore che non ha relazioni con il venditore.

Quello che fa crollare tutte le nostre certezze però è la risposta n. 310 del 3 maggio 2023 dell’Agenzia delle entrate, ad una istanza di interpello, avente per oggetto proprio il “Requisito di Novità” per beni immobili inseriti in ZES precedenti.

Vero è che questa risposta riguarda le norme delle precedenti Zes, però non possiamo sottacere il fatto che l’agenzia, basandosi ai richiami che questa normativa faceva a quella del 2015, detta “Credito d’imposta Mezzogiorno”, arriva a concludere che:

“il credito di imposta riguarda solo gli investimenti in beni strumentali nuovi e conseguentemente, l’agevolazione non spetta per gli investimenti in beni a qualunque titolo già utilizzati»

Pertanto, ritiene l’agenzia che il requisito della novità in parola debba caratterizzare anche gli immobili strumentali acquisiti o realizzati, per poter beneficiare del credito d’imposta ZES.

Non credo di andare fuori tema quando ricordo che nell’Obiettivo 15 dell’Agenda 2030 dell’ONU, viene posta particolare enfasi sulla necessità di arrestare l’occupazione del suolo e sulla necessita quindi di riqualificare strutture preesistenti piuttosto che edificarne di nuove.

Inoltre, la strategia dell’UE per il suolo, detta “soil strategy”, adottata dalla Commissione europea nel novembre 2021, ha introdotto l’obiettivo ambizioso di raggiungere un consumo netto di suolo pari a zero per il 2050.

Quindi, disincentivare, come rischia di fare l’interpretazione stringente dell’Agenzia delle entrate, il riutilizzo di immobili già esistenti, è sicuramente una limitazione da rimuovere, che va contro questi nobili principi a livello mondiale ed europeo.

Servirebbe una interpretazione autentica da parte di chi ha scritto la norma o anche da una circolare da parte dei ministeri interessati, anche perché, dando la possibilità di riutilizzare immobili preesistenti, senza dover rischiare future ed eventuali contestazioni, darebbe un immenso slancio agli investimenti nella futura Zes unica.

D’altronde è lo stesso ministro Fitto a sottolineare che questa norma servirà a far ripartire il sud Italia, così dicendo:

 “Si tratta di un vero e proprio volano decisivo per l’economia del Sud, dell’Italia e del Mediterraneo, capace di segnare una svolta per il rilancio anche in termini di rinnovata centralità dell’intera area”

Se volessimo veramente parlare di ‘Decontribuzione strutturale del Sud Italia’ inoltre, dovremmo iniziare a dare certezza normativa e temporale alle imprese ed ai professionisti che dovranno guidarle in queste nuove e complesse sfide.

QUINDI ESTENDERE LA ZONA ZES A TUTTO IL MEZZOGGIORNO, DARA’ SOLO MAGGIORI BENEFICI?

Questa Zes unica estesa quindi a tutto il sud Italia (ed oltre), se veramente venisse attuata in tutte le sue parti, andrebbe ad annullare di fatto i vantaggi territoriali che dal 2017 erano riservati solo alle precedenti zone Zes.

Questo se da un lato darebbe una spinta enorme in tema di crescita al territorio intero, dall’altro potrebbe indebolire quelle aree preesistenti altamente strategiche che hanno rappresentato e che rappresentano, anche a livello locale, un imprescindibile strumento di sviluppo e di politica industriale.

Ricordiamo che per Zona Economica Speciale (ZES) si intendeva, una zona geograficamente limitata e chiaramente identificata, infrastrutture e servizi dedicati, nella quale le aziende già operative potevano beneficiare di speciali condizioni per gli investimenti e per lo sviluppo.

Queste aree avevano l’obiettivo di diventare laboratori per l’attrazione degli investimenti e conseguentemente divenire incubatori di innovazione, capaci di promuovere lo sviluppo produttivo ed occupazionale di aree svantaggiate rispetto al resto d’Europa.

Non a caso sono aree che interconnettono i mari con i porti ed i porti con la retro-portualità e la logistica, quando parliamo delle attuali zone economiche speciali campane stiamo parlando di 3 porti, 2 interporti, 2 aeroporti, 15 aree di sviluppo industriale gestite dai consorzi Asi, 7 aree industriali e logistiche, quindi non è di un territorio qualunque di cui stiamo parlando, bensì di un territorio prezioso per il quale non possiamo assolutamente scherzare..

IL Mezzogiorno a seguito dei mutati scenari geo-politici che hanno visto chiudere diversi preesistenti corridoi di merci, sta finalmente recuperando una sua centralità strategica per l’intera Europa.

Estendere questi vantaggi a tutto il territorio in maniera così indiscriminata, non potrebbe comportare il rischio di un annacquamento generalizzato della crescita piuttosto che concentrarla in aree maggiormente strategiche per la nostra economia?

C’è il dubbio che la ricerca del consenso allargato possa indurci nella tentazione di cercare le scorciatoie degli incentivi generalizzate per il Mezzogiorno che hanno prodotto veramente poco negli ultimi anni.

Inoltre, se proprio volessimo dirla tutta, un incentivo generalizzato per il Mezzogiorno già esisteva ed era il “bonus sud”, il quale,  soprattutto quando veniva affiancato dalla 4.0, costituiva veramente un ottimo stimolo ad investire nel sud Italia, forse lo si sarebbe potuto rafforzare, semplificare ed allargare, piuttosto che confondere tutti introducendo un ulteriore meccanismo agevolativo.

Lo stesso commissario straordinario della Zes Campana, Giosy Romano, ospite ad una recente assemblea di Confindustria, riunita per lo scambio degli auguri di Natale, ha confidato alla platea tutte le sue perplessità su alcuni aspetti della nuova Zona Economica Speciale unica.

In primo luogo, dice il commissario Romano, manca ancora un piano strategico nazionale, inoltre la soppressione della struttura commissariale regionale, in favore di una struttura centralizzata ed accentrata in Roma, potrebbe comportare il rallentamento delle procedure e la perdita della sensibilità nel percepire le effettive necessità del territorio.

Quello che si sta facendo nascere a Palazzo Chigi in questi giorni, è uno staff avente funzione di coordinamento per centinaia di altri funzionari incardinati a loro volta in una struttura di missione che seguirà gli orientamenti della cabina di regia ed il tutto poi farà capo al Ministro per il Sud, Raffaele Fitto.

In sintesi, da quel che abbiamo capito leggendo il decreto, di sicuro non si tratterà di una struttura snella come quelle dei commissari regionali.

Difficile dire oggi se per la Campania tutta questa rivoluzione porterà del bene, quello che possiamo fare però in conclusione è ricordare cosa ha portato la struttura Zes Campania in poco più di anno da quando appunto si insediò il commissario Giosy Romano:

  • attrazione di investimenti derivanti dal rilascio delle Autorizzazioni Uniche per oltre €900 mln
  • investimenti complessivi nella Zes Campania per oltre €2.000 mln
  • attivazione di crediti di imposta per oltre €1.100 mln
  • impatto occupazionale diretto di quasi 4.000 persone
  • quasi 100 autorizzazioni firmate
  • risoluzione dell’annosa vertenza Whirlpool grazie al ruolo decisivo giocato dalla Zes Campania per il salvataggio di oltre 300 lavoratori

Non resta che sperare quindi che questa nuova normativa consenta la prosecuzione della precedente tendenza di crescita economica positiva, quel che è certo è che questo, probabilmente, rappresenterà l’ultimo treno a disposizione del Sud Italia e costituirebbe un vero dramma perderlo..

Non abbiamo altre chances se vogliamo colmare il gap con gli altri paesi d’Europa provando ad arginare la costante emorragia dei nostri migliori giovani che continuano purtroppo a lasciare le nostre terre per cercare lavoro altrove.

 

 

 

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