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Un incentivo demografico. Una mano tesa a chi pensa di fare un terzo figlio e ripopolare le scuole di Salerno. Va in questa direzione la delibera sulle nuove tariffe comunali per usufruire della refezione scolastica. La “storica” agevolazione pensata dal Comune di Salerno apre ai nuclei familiari con più di due figli: chi ha un terzo figlio iscritto alla mensa delle scuole a tempo pieno del capoluogo dal prossimo anno scolastico 2024/2025 potrà usufruire gratuitamente dei pasti mensa. È la novità delle nuove tariffe che punta a dare una mano a chi ha 3 figli o a chi pensa di mettere al mondo un terzo figlio. «Più si allarga la famiglia meglio è per la scuola e per Salerno»: l’appello dell’assessore all’istruzione Gaetana Falcone, che annuncia il contenuto della nuova delibera che punta ad armonizzare il miglioramento del servizio mensa comunale con le esigenze di risparmio delle famiglie in una congiuntura economica difficile.

IL PROVVEDIMENTO

Per continuare ad incrementare le politiche familiari soprattutto in favore delle famiglie numerose, dal prossimo anno scolastico 2024/2025 queste famiglie potranno godere della condizione di gratuità sul pasto del terzo figlio e dal terzo figlio in poi. Requisito imprescindibile ai fini dell’esercizio di questa facoltà è che tutti e tre (o più) figli che usufruiscono contemporaneamente del servizio. Ad esempio: due figli alla scuola dell’infanzia e uno alla primaria, due figli alla scuola primaria e uno alla scuola dell’infanzia, tre figli alla scuola primaria. «È vantaggio storico per le famiglie con tre figli – dichiara la Falcone – Il terzo figlio non paga. È un segnale per le famiglie che hanno 3 figli ma anche un incentivo a chi pensa di fare un terzo figlio di risparmiare la mensa. Scontiamo un grande calo demografico e bisogna studiare qualsiasi bonus o incentivo per dare un impulso alla ripopolazione». Per Falcone «non pagare al terzo figlio è un grande vantaggio. Non è escluso che se la situazione economica non migliorerà si possa ridurre le tariffe per fasce».

I COSTI

Il “ritocco” delle tariffe dei pasti mensa scolastici fece scattare nell’anno scolastico 2022/2023 furenti polemiche, ricorsi al Tar e una battaglia delle famiglie per il ripristino del pasto domestico. Oggi la situazione è cambiata grazie al varo della nuova mensa comunale, più ecologica, più saporita e più ecosostenibile. «Molte famiglie deluse sono rientrate nella mensa comunale, altre sono ancora col pasto domestico – dichiara Falcone – stiamo migliorando il servizio e le famiglie lo hanno capito. Ho percepito che alcuni genitori con 3 figli a mensa avrebbero speso molti soldi: 15 euro a giorno per una famiglia significava troppo». Ecco le tariffe mensa per fasce di reddito. Dal prossimo settembre chi rientra nel reddito di 6 mila euro annui pagherà solo 5 euro una tantum; fino a 9 mila euro di reddito le famiglie pagheranno 1,90 euro a pasto; le famiglie con reddito fino a 15 mila euro pagheranno 3,10 euro a pasto; le famiglie con 24 mila euro di reddito pagheranno a pasto 4,50 euro; le famiglie con reddito superiore ai 24 mila euro pagheranno 5,95 euro a pasto. Tariffe che entrano in vigore da settembre prossimo. Dalle agevolazioni alla lotta per la sana alimentazione. La Falcone lancia un “sos”. «Con la nuova modalità di mensa e i pasti caldi – dice l’assessore all’istruzione – i bambini mangiano volentieri. L’unica problematica è legata alle poche preferenze alimentari per la verdura e il pesce. I bambini non sono abituati a mangiare verdura e pesce, questo ci preoccupa». E aggiunge: «Una sana e corretta alimentazione prevede menù con pesce e verdura. Molti bambini non gradiscono e chiedono pesce con impanatura, tipo bastoncini. Ma non è previsto dal menù e dall’Asl, per questo faccio appello alle famiglie ad educare i loro figli a variare nell’alimentazione introducendo pesce e verdura come spinaci, cavoli, zucche».

Questione di gusti, insomma, ma c’è di mezzo la necessità di assicurare buone condotte alimentari a tutti.«Per esempio apprendiamo che i bambini odiano pasta e cavoli – chiude Falcone – eppure presenta alti tassi nutritivi. Chiediamo alle mamme un sforzo di rieducazione alimentare. Non si va avanti solo a pizza e pasta col sugo».



 

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