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 Utili e fatturato record per Toyota nell’anno fiscale 2023, in scia alla ripresa del mercato auto dopo il periodo di stallo registrato durante la pandemia da Covid, mentre la progressiva svalutazione dello yen è servita a migliorare la redditività nel processo di rimpatrio dei profitti. Nei dodici mesi terminati a fine marzo il risultato netto è raddoppiato a quota 4.940 miliardi di yen, pari a 29,6 miliardi di euro, dai 2.450 miliardi dell’anno precedente, e il fatturato ha raggiunto quota 45.100 miliardi, in rialzo del 21,4%, con vendite di 11,1 milioni di veicoli a livello globale, segnando un incremento del 5%. Numeri che fanno schizzare l’utile operativo a un valore di 5.350 miliardi di yen, quasi 32 miliardi di euro, superando la soglia dei 5.000 miliardi di yen, raggiunti per la prima volta raggiunta da una azienda nipponica quotata in Borsa.
Il maggiore costruttore di auto al mondo è riuscito a soddisfare la domanda crescente di vetture con i motori ibridi, dai margini più elevati – con il mercato del Nord America a fare da traino, +17%, seguito dal Vecchio Continente con un più 15,7%. Il deprezzamento dello yen ha fornito un contributo all’utile di circa 685 miliardi di yen (4,10 miliardi di euro), rende noto Toyota, che per quest’anno prevede un livello invariato dello yen a 145 al cambio col dollaro, e un rafforzamento dell’euro a 160 da quota 157.
I maggiori investimenti annunciati per fare luce sul recente scandalo delle falsificazioni dei test di sicurezza della controllata Daihatsu, confermati dal presidente di Toyota, Koji Sato, e gli adeguamenti salariali previsti nelle negoziazioni di primavera, ridimensioneranno la crescita del fatturato, con una crescita del 2%, mentre l’utile operativo segnerà un calo del 19,7% a 4.300 miliardi di yen.
Si tratta di un aggiustamento presagito per l’industria delle quattro ruote che vede i principali costruttori mondiali impegnati a ridiscutere le intese e le sinergie comuni considerate improduttive. A partire dalla Nissan, numero tre in Giappone per volumi di vendita, il cui sodalizio con la francese Renault sarebbe giunto a un punto di rottura, secondo le indiscrezioni del quotidiano Le Parisien, che segnala come, dopo la fine dell’era Carlos Ghosn, un lento processo interno stia conducendo ad una più equa ripartizione dei ruoli tra i due gruppi, con una minore supervisione della casa transalpina.
Un’evoluzione fisiologica frutto di un riallineamento che vedrebbe la costituzione di due grandi schieramenti in Giappone, con il consenso del governo di Tokyo, sostiene un analista interpellato dal giornale. Da una parte i gruppi Toyota-Mazda-Suzuki e dall’altra, a fare da contraltare, Nissan-Mitsubishi-Honda. Su un diverso fronte Renault sarebbe pronta ad esplorare il mercato cinese con Geely, coordinando nuovi progetti con la Volkswagen. Una corsa ineludibile che non sembra conoscere confini, all’insegna dell’innovazione per la salvaguardia dell’ambiente, e la sostenibilità economica. 

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