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E’ bagarre nel consiglio regionale del Lazio. Tutte le opposizioni durante la seduta dell’8 maggio hanno chiesto a gran voce le dimissioni del capo di Gabinetto di Francesco Rocca, Giuseppe Pisano. I motivi sono sostanzialmente due, strettamente connessi a parere dei partiti che hanno avanzato la richiesta: il doppio ruolo del dirigente regionale e l’accordo da 8 milioni di euro in favore della Croce Rossa Italiana. 

Il doppio incarico di Pisano

Come fatto emergere nei giorni scorsi dal quotidiano “Repubblica”, infatti, Giuseppe Pisano il 20 aprile si è vista rinnovare la nomina (ottenuta per la prima volta nel 2021) a capo dei revisori dei conti della Croce Rossa Italiana, oltre 160mila volontari in tutta Italia, più di 50 circoli nel Lazio, ente di diritto privato dal 2016, di cui è stato presidente proprio Rocca. Pisano, dal canto suo, dall’inverno 2023 è il braccio destro proprio di Francesco Rocca, avendo ricevuto la nomina di capo di Gabinetto. 

La richiesta di dimissioni delle opposizioni

Un doppio incarico che per Pd, M5S, Avs, Polo Progressista, Italia Viva e Azione non dovrebbe essere permesso. “Un fatto di incompatibilità grave – dichiaravano già giorni fa Mario Ciarla e Daniele Leodori del Pd – che non ha precedenti. Soprattutto perché, Il capo di Gabinetto, così come per altri ruoli, al momento della firma non può avere incarichi altrove, perché il contratto deve essere di esclusiva con la Regione”. “La normativa – si legge poi in una nota congiunta di tutti i capigruppo d’opposizione – stabilisce in questi casi sia l’inconferibilità che l’incompatibilità dei ruoli di vertice dell’ente, come quello di capo di Gabinetto, con altri incarichi come quello ininterrottamente ricoperto dal 2021 a oggi dal dottor Pisano”. Per questo tutti i partiti ne chiedono le dimissioni.

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Il finanziamento diretto alla Croce Rossa

Ma ad “aggravare” il tutto, sempre secondo la tesi delle opposizioni politiche alla Pisana, c’è la decisione da parte della giunta di centrodestra di stringere un accordo proprio con Croce Rossa Italiana, che prevede la corresponsione di un finanziamento diretto da 8 milioni di euro per ottenere supporto, da parte delle volontarie e dei volontari dell’associazione umanitaria, all’interno del sistema dei pronto soccorso del Lazio. Sull’atto, la Corte dei Conti ha chiesto chiarimenti allo stesso Pisano. Per il capogruppo del Pd, Mario Ciarla “ci sono certamente gli estremi per un conflitto d’interessi, perché il 28 dicembre 2023 una delibera di giunta ha destinato 8 milioni di euro alla Croce Rossa. Raramente faccio azioni di denuncia verso la singola persona, ma la situazione che coinvolge Pisano è insostenibile”. 

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Il contrattacco di Rocca

Rocca, però, rispondendo in aula alla fine del consiglio dell’8 maggio (giornata internazionale della Croce Rossa, ndr) ha respinto totalmente al mittente le accuse e le richieste: “Con amarezza intervengo – esordisce – e mi preme sottolineare che Pisano è una delle persone più specchiate, morali, integre che abbia mai conosciuto. Il decreto legislativo 39 (sull’incompatibilità degli incarichi, richiamato dalle opposizioni, ndr) è già stato chiarito che non è applicabile agli uffici di diretta collaborazione della presidenza, come quello del capo di Gabinetto. E questo già pone una pietra tombale sul discorso. E aggiungo: la Croce Rossa è un ente che ha un riconoscimento universale, considerato a tutti gli effetti una pubblica amministrazione, esattamente come l’Arsial. Ma come – contrattacca Rocca – nel recente passato è stato mandato il capo di gabinetto del presidente a gestire l’Arsial, quindi fondi regionali e non è stato ravvisato alcun profilo di incompatibilità o conflitto d’interessi e invece per Pisano sì?”. Il riferimento è ad Andrea Napoletano, ex direttore Ater, poi braccio destro di Nicola Zingaretti sul finire del mandato e infine nominato direttore di Arsial, l’agenzia regionale per lo sviluppo dell’agricoltura. 

“Sospeso il finanziamento in attesa della Corte dei Conti”

“Sui fondi alla Croce Rossa – conclude Rocca – voglio dire che quella della Corte dei Conti non è un’indagine come qualcuno dice, ma una richiesta di documentazione. Lo stesso Pisano, in ogni caso, ha voluto sospendere l’accordo in attesa delle risultanze dei magistrati contabili. Aggiungo che i soldi non verrebbero dati direttamente al comitato nazionale, ma passano attraverso gli oltre 50 comitati locali del Lazio, ognuno con un’autonomia patrimoniale e finanziaria, ognuno con i suoi revisori dei conti”. Questo, a parere di Rocca, a garanzia del fatto che non ci sarebbe alcuna pressione, alcun controllo né influenza da parte del suo capo di Gabinetto, che dei revisori dei conti della Croce Rossa è il capo da 3 anni. 

 

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