Caro Aldo,
esistono certamente molti veri ricchi che hanno trasferito opportunisticamente le sedi legali e fiscali in luoghi considerati più accoglienti. Esiste anche un ceto medio che è assoggettato ad aliquote fiscali molto onerose. Ma tra Montecarlo e il ceto medio (dipendente…) esiste una gran massa di connazionali residenti, che io definisco i finti poveri, i quali presentano dichiarazioni dei redditi palesemente poco credibili. Se per un solo anno i tassametri dei taxisti fossero direttamente collegati all’Agenzia delle entrate e se i botteghini degli stabilimenti balneari per una sola stagione accettassero solo moneta elettronica, si rileverebbe che in Italia più si hanno rendite di posizione e più ci si lamenta.
Paolo Novaresio
Caro Paolo,
Non voglio puntare il dito contro una categoria piuttosto che un’altra. È un fatto che oltre l’80 per cento dell’Irpef sia pagato da lavoratori dipendenti e pensionati. E sulla riforma dell’Irpef si parla molto e si fa poco. Berlusconi — che aveva promesso due sole aliquote, il 22 e il 33% — diede una sforbiciatina prima delle elezioni del 2006, e Prodi si affrettò a ripristinare le aliquote precedenti. Meloni e Salvini hanno promesso la flat tax, e l’hanno fatta; ma solo per i lavoratori autonomi. Oltre i 50 mila euro lordi l’anno, i lavoratori dipendenti e i pensionati sono considerati ricchi da tassare al 43%, come in Scandinavia. Sono andato a guardarmi le aliquote vigenti negli Stati Uniti, dopo quattro anni di amministrazione democratica, per un lavoratore con familiari a carico. Per chi guadagna da un dollaro a 15.700 dollari, l’aliquota è del 10%. La no tax area in America non esiste. Chiunque è chiamato, sia pure in modo simbolico, a dare il proprio contributo alla società. Se guadagni un dollaro, devi dare allo Stato 10 centesimi. Mi pare giusto; anche perché in Italia per molti la no tax area diventa un paradiso fiscale in patria. Tra 15.701 a 59.850 dollari l’aliquota è del 12%. Oltre diventa del 22% fino a 93.350 dollari. Insomma, il ceto medio è tassato con aliquote basse. Se accadesse lo stesso in Italia, ci sarebbero meno evasione, più sincerità, più serenità, più equità. Certo, se non paghi le tasse in America vai in galera. E puoi trasferirti a Montecarlo, in Svizzera, in Lussemburgo, alle Cayman; ma gli Usa tassano la cittadinanza, non la residenza; sempre allo Stato americano devi pagare le tasse. Che per i veri ricchi sono fortemente progressive: 24% fino a 182 mila dollari, 32% fino a 231 mila, 35% fino a 578 mila, 37% oltre. Poi certo ci sono le addizionali locali; proprio come da noi. E c’è l’assicurazione sanitaria; ormai quasi obbligatoria pure in Italia, per chi può permettersela, per avere servizi sanitari decenti.
LE ALTRE LETTERE DI OGGI
Storia
«Così nonno Enrico pubblicò gli scritti di Matteotti»
Nella ricorrenza dei cento anni dell’assassinio Matteotti, vorrei ricordare che mio nonno Enrico dall’Oglio, allora giovane editore ventiquattrenne della Corbaccio, pubblicò una raccolta di scritti e discorsi del deputato socialista, dal titolo «Reliquie», che uscì dieci giorni dopo il ritrovamento del cadavere di Matteotti; due mesi prima, dall’Oglio aveva pubblicato, tra gli altri, «La Democrazia dopo il 6 aprile 1924», del deputato liberale, anch’egli coraggioso antifascista, Giovanni Amendola e, nel 1925, pubblicò «La libertà di stampa» di Mario Borsa, che divenne anni dopo direttore del Corriere della Sera. Tra il 1924 e il 1943 furono ben 159 i sequestri di opere da parte del Regime a carico della Corbaccio di dall’Oglio, lui stesso condannato nell’aprile 1944 a trent’anni di reclusione dal Tribunale provinciale straordinario di Milano per le opere pubblicate. Dall’Oglio fu anche l’editore che fece conoscere al grande pubblico autori italiani e stranieri quali Svevo, Mann, Céline, Joyce. Suo figlio Andrea, di cui ricorre il primo anno dalla scomparsa, ne proseguì l’attività, ampliando le collane della Casa editrice che aveva assunto il nome della famiglia (Storica, Donne Celebri, Grandi Famiglie, I Corvi – prima collana economica moderna di edizioni tascabili, nata nel 1933), creandone di nuove (Exploits, sulle imprese alpinistiche di maggior rilievo), pubblicando, tra i romanzi di maggior successo, «Il Padrino» di Mario Puzo e portando a compimento l’Opera Omnia di Svevo. Cultura e Democrazia quali valori a fondamento della Casa editrice.
Enrico dall’Oglio, Milano
INVIATECI LE VOSTRE LETTERE
Vi proponiamo di mettere in comune esperienze e riflessioni. Condividere uno spazio in cui discutere senza che sia necessario alzare la voce per essere ascoltati. Continuare ad approfondire le grandi questioni del nostro tempo, e contaminarle con la vita. Raccontare come la storia e la cronaca incidano sulla nostra quotidianità. Ditelo al Corriere.
MARTEDI – IL CURRICULUM
Pubblichiamo la lettera con cui un giovane o un lavoratore già formato presenta le proprie competenze: le lingue straniere, l’innovazione tecnologica, il gusto del lavoro ben fatto, i mestieri d’arte; parlare cinese, inventare un’app, possedere una tecnica, suonare o aggiustare il violino
MERCOLEDI – L’OFFERTA DI LAVORO
Diamo spazio a un’azienda, di qualsiasi campo, che fatica a trovare personale: interpreti, start-upper, saldatori, liutai.
GIOVEDI – L’INGIUSTIZIA
Chiediamo di raccontare un’ingiustizia subita: un caso di malasanità, un problema in banca; ma anche un ristorante in cui si è mangiato male, o un ufficio pubblico in cui si è stati trattati peggio. Sarà garantito ovviamente il diritto di replica
VENERDI -L’AMORE
Chiediamo di raccontarci una storia d’amore, o di mandare attraverso il Corriere una lettera alla persona che amate. Non la posta del cuore; una finestra aperta sulla vita.
SABATO -L’ADDIO
Vi proponiamo di fissare la memoria di una persona che per voi è stata fondamentale. Una figlia potrà raccontare un padre, un marito la moglie, un allievo il maestro. Ogni sabato scegliamo così il profilo di un italiano che ci ha lasciati. Ma li leggiamo tutti, e tutti ci arricchiranno.
DOMENICA – LA STORIA
Ospitiamo il racconto di un lettore. Una storia vera o di fantasia.
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