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Nella lotta ai furbetti del Superbonus, ai sindaci dovrebbe andare la metà delle sanzioni sulle somme recuperate. L’annuncio è atteso questa mattina in commissione Finanze del Senato, quando interverrà il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti. Ma nelle scorse ore il Mef avrebbe comunicato informalmente alla commissione guidata da Massimo Garavaglia la possibilità di portare fino al 50 per cento la compartecipazione ai Comuni nelle attività di controllo sui bonus edilizi. Garavaglia aveva annunciato un emendamento in questa direzione all’ultimo decreto Superbonus, in discussione a Palazzo Madama. Cioè il provvedimento con il quale sono stati eliminati sconti in fattura e cessione del credito, in attesa di una più generale riforma del settore.

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LE FRODI

Come detto, accanto ad Agenzia delle entrate e guardia di finanza, scenderanno in campo anche i Comuni per scoprire le truffe. Finora sono state rilevate frodi nella cessione dei crediti vicine ai 16 miliardi di euro. Soldi per la quasi totalità sequestrati o congelati. I sindaci metteranno a disposizione gli addetti del catasto per riscontrare i primi disallineamenti negli atti autorizzativi delle opere e i vigili urbani, che andranno materialmente cantiere per cantiere, a verificare se sono stati davvero effettuati i lavori per realizzare cappotti termici o caldaie, portati in detrazione grazie al Superbonus. Per incentivarle a fare queste attività, Via XX Settembre sarebbe pronto a lasciare alle amministrazioni il 50 per cento delle sanzioni: quindi una percentuale più alta di quella inizialmente ipotizzata e vicina al 33 per cento garantito agli enti nelle verifiche per scoprire il sommerso su addizionale Irpef e Imu.

Questa norma dovrebbe rientrare in un emendamento firmato dal relatore (Giorgio Salvitti di Fratelli d’Italia) al decreto, che dovrebbe essere approvato in prima lettura da Palazzo Madama non oltre il 15 maggio. Ma questa non sarà l’unica modifica. Sempre il Mef sarebbe pronto ad aprire una finestra di cinque giorni per “sanare” quelle pratiche per ottenere la detrazione e respinte dall’Agenzia delle entrate per un errore formale. Il ministero dell’Economia, poi, è pronto ad aprire appositi sportelli presso l’Agenzia per facilitare il dialogo tra chi ha in atto un contenzioso e il fisco.

Più complicato, al momento, trovare una soluzione per i “crateri”, che a differenza di quelli di Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria, non hanno ottenuto proroghe all’uso del Superbonus fino alla scadenza naturale. Parliamo di quelle aree – l’Emilia-Romagna, Ischia, il Molise, la zona etnea – che hanno subito sismi e come alluvioni e stanno registrando non poche difficoltà nella ricostruzione. In un primo tempo la maggioranza premeva per aggiungere al plafond per il Centro Italia un’ottantina di milioni, ma al momento c’è incertezza su queste risorse. Ancora più complicato sarà autorizzare una proroga per i lavori avviati dalle realtà del no profit. Il terzo settore ha denunciato che sono a rischio lavori per un valore di 120 milioni di euro.

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